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LEGO Ideas, ottimo esempio di Open-Innovation

Pubblicato il 04/01/2017

Questo post, diversamente dal solito, lo scrivo in merito a LEGO® ma non per parlare di LEGO® SERIOUS PLAY®.
Mi ricollego infatti all’articolo dedicato al tema “Open Innovation” per raccontare brevemente l’esperienza di LEGO® in questo ambito, con il loro progetto di open innovation on line, abbracciando il filone delle piattaforme di Idea Management.

Senza spendere troppe parole, basta guardare questo video per capire in modo chiaro il meccanismo di funzionamento di LEGO® Ideas:

Il processo è semplice ed è totalmente in accordo con il filone che descrive un progetto di Open Innovation:

    1. LANCIO DI UNA CHALLENGE: in realtà in questo caso la challenge è “aperta” (come si definisce in gergo) poiché non vi è una chiara richiesta da parte di LEGO® nel creare dei modelli specifici; è semplicemente richiesto a chiunque sogni di vedere a scaffale un prodotto progettato da lei/lui, di poterlo fare.
    2. CONTRIBUTO DEGLI UTENTI: tutti coloro che (previa iscrizione al portale) desiderino condividere un modello di loro invenzione, possono “caricarlo” sulla piattaforma affinché tutti gli altri utenti possano esprimere un giudizio in merito.
    3. FEEDBACK E VALUTAZIONE: gli utenti registrati sulla piattaforma (non solo coloro che contribuiscono, ma anche coloro che visualizzano solamente) hanno la possibilità di votare i diversi progetti caricati dagli utenti contributori e dare anche feedback specifici (spesso consigli), contattando direttamente l’ideatore del progetto. Nel caso in cui un modello proposto raggiunga la quota di 10.000 voti, LEGO® ne effettua una review (una valutazione più approfondita) e se questa fase viene superata positivamente, il prodotto viene progettato.
    4. GO LIVE: il passaggio finale è il lancio sul mercato del set prodotto da LEGO® e ideato dall’utente che ne detiene la paternità e una % sui volumi venduti.

Sebbene oggi sia di gran moda LEGO® e tutto ciò che gravita attorno a questo brand, il progetto LEGO® Ideas ha qualche anno di più rispetto a quanto ci immaginiamo; tutto in realtà nasce in Giappone nel 2011 grazie alla collaborazione con la piattaforma Cuusoo, da cui infatti prese il nome la prima release di questo progetto: LEGO® Cuusoo.
Nel 2014 il portale è stato chiuso ed il progetto è divenuto interamente a marchio LEGO®, con LEGO® Ideas appunto (va detto che su Cuusoo ancora oggi vengono postati progetti con brick LEGO, ma la qualità ed il feedback ovviamente non è in grado di competere con la casa madre).

Dal lancio della piattaforma ad oggi (gennaio 2017) sono stati caricati 2.225 progetti e di questi, solamente 15 sono diventati prodotti realizzati e venduti.

Un aspetto curioso è però il tema della “frequenza”, infatti guardando i dati di rilascio dei prodotti (http://en.wikipedia.org/wiki/Lego_Ideas) si può notare come per i primi 3 anni si procedesse con 1 modello/anno, mentre ora lo standard si è quadruplicato, passando a 4 modelli/anno. Un segnale che sia l’interesse che la quantità di contributi provenienti dall’esterno sia cresciuta.

Per chiudere, cosa ci insegna questo Case History? Sicuramente ci fa capire (in modo trasparente e dichiarato) che una piattaforma ed un approccio di questo tipo consentano di avere delle “stime” su quanto un prodotto sia di interesse per il mercato. Addirittura, in questo caso specifico, sappiamo per certo che, per 1 modello di successo, esistono nel mondo almeno 10.000 prospect che hanno dichiarato il loro interesse per quel prodotto; se a questo aggiungiamo il tecnicismo per cui durante la fase di votazione viene richiesto alle persone anche il prezzo di acquisto che sarebbero disposte a pagare, il gioco è fatto.

In barba a mille piani di marketing e previsioni, posso far progettare il prodotto ad un “designer” esterno, posso sapere se e quanti appassionati siano interessati a quel prodotto, per ogni uno di questi conosco nazionalità (mercato) e interessi…e con la domanda giusta posso sapere anche il prezzo di vendita ipotetico….tutto questo demandando verso l’esterno e non più domandando verso l’interno! 😉
(il “demandando” non un typo, è ovviamente voluto per far capire che l’azienda sposta verso l’esterno determinate attività e, in questo caso, competenze)

Se questo articolo ti è piaciuto e se vuoi approfondire i concetti di Open Innovation, non esitare nel contattami, è più facile di quanto credi…basta un CLICK!

© daniele radici